Carteggio generale


Contenuto
Nel titolo "Acque minerali" è raccolta tutta la documentazione relativa alle acque termali di San Pellegrino concernente i diritti di proprietà delle fonti, le modalità d'uso e le controversie.
L'epoca in cui le fonti termali vennero scoperte non è conosciuta, ma il primo documento che parla di queste fonti risale al 1452 (1), si tratta di un verbale, contenuto negli Statuti comunali, di un'adunanza tenuta nella frazione di Alpecchio (antico villaggio agricolo). Il primo documento (2) riguardante invece lo sfruttamento delle acque da parte di privati è del 1771 (in copia del 1818) con cui Pellegrino Foppolo vende a Franco Milesi un suo terreno detto "all'acqua salsa" dove aveva precedentemente costruito un casello "fornito di sedili e di una vasca di legno, inalveandovi una gran parte dell'acqua della sorgente" (3). Fuori dal casello era disponibile a tutti la fonte del "coppo", così chiamata perché scorreva dentro una tegola (4) , che poteva essere usata gratuitamente. Nel 1803 (5) i fratelli Francesco e Santo Foppolo vendettero a Giovanni Pesenti e Francesco Licini "un casello fabbricato sopra l'Aqua Salsa, non che l'acqua e l'uso della medesima posto in detto comune di San Pellegrino" (6) . Nello stesso anno tra il comune e i nuovi proprietari si aprì una vertenza, destinata a durare per trent'anni, a tutela dei diritti della comunità sulle acque termali (7). Nel 1831 la Congregazione Provinciale di Bergamo (8) fece accordare le parti (10) Tanto il comune quanto i soci, Ester Pesenti Palazzolo e Licini Francesco, avrebbero avuto in perpetuo il pieno dominio delle rispettive quote d'acqua; la fonte comunale sarebbe stata fissata in un punto che si doveva trovare tra il luogo ove esisteva anticamente, "la tegola o coppo", e dove esisteva all'epoca dell'accordo; le spese riguardanti la fonte termale sarebbero state divise fra le parti secondo le quote spettanti; copertura della fonte con divisione delle relative spese". Mentre era in corso di definizione la causa tra il comune e i soci Licini e Pesenti, questi procedettero alla costruzione di un edificio più grande per le cure termali (11). Nel 1835 il comune decise di affittare a privati la parte di acqua termale che gli spettava mediante pubblica asta (12) . Nel capitolato del 1835 e degli anni successivi (13) venne specificato che gli abitanti di San Pellegrino e di Fuipiano al Brembo potevano usare l'acqua gratuitamente e prelevarla anche con bottiglie e fiaschi. Nel 1899 la Società Anonima delle Terme di San Pellegrino acquistò dalla precedente società (Palazzolo-Salaroli) i terreni e i fabbricati relativi alle terme. Nella documentazione d'archivio non vi è traccia di questo passaggio di proprietà.

Nessuna unità

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