Convocati e consigli


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***L'amministrazione del comune durante il periodo austro-ungarico era affidata ad una deputazione comunale, espressione di un consiglio o convocato generale degli estimati. Branzi aveva un convocato, composto da tutti i possidenti del comune, tale assemblea era convocata e assistita immediatamente dal commissario distrettuale.
In base al regolamento annesso alla notificazione 12 aprile 1816 il convocato generale degli estimati era costituito dalla totalità dei possessori "aventi estimo in testa propria nei registri del censo". Nel convocato era dunque "consolidata la facoltà di deliberare e disporre degli affari riguardanti l'amministrazione del comune nelle forme prescritte dalle leggi e sotto l'approvazione del governo". Modalità di convocazione, impedimenti e incompatibilità dei partecipanti, modalità di deliberazione del convocato erano diffusamente trattate negli articoli 3-28 del regolamento.
Sia il convocato sia il consiglio erano di norma radunati due volte l'anno in sessione ordinaria e straordinariamente "a qualunque invito del delegato provinciale e del cancelliere del censo" (solo per i comuni posti direttamente sotto la sua direzione): nella prima sessione (in gennaio o in febbraio) si esaminavano i conti dell'anno precedente e veniva approvato il bilancio consuntivo, nella seconda (in settembre o in ottobre) si approntavano i bilanci di previsione, si nominavano i revisori dei conti e si eleggevano i nuovi membri delle congregazioni municipali e delle deputazioni.
Se nel consiglio e nel convocato risiedeva la facoltà di disporre e di deliberare sugli affari riguardanti l'amministrazione del comune, era alla deputazione comunale in quanto "autorità pubblica permanente" che spettava dare "esecuzione alle deliberazioni del consiglio o del convocato", gestire l'amministrazione ordinaria del patrimonio del comune e "invigilare per l'osservanza delle leggi e degli ordini del governo". Nei comuni con convocato la deputazione "composta da tre individui possessori nel territorio del comune", scelti dal convocato stesso, era assistita immediatamente dal cancelliere del censo. Dei deputati previsti per i comuni, colui che aveva riportato il maggior numero di voti tra i tre primi estimati era eletto primo deputato, gli altri erano scelti "dal corpo indistintamente dei possessori". Oltre alla partecipazione a quasi tutti gli atti ufficiali del comune ai deputati spettava il compito di "liquidare i conti coll'esattore e con l'agente municipale" prima dell'ingresso in un nuovo esercizio finanziario. Competeva inoltre predisporre "il conto preventivo delle entrate e spese per l'anno successivo da proporsi al consiglio o convocato". Gli ordini di pagamento dovevano essere sottoscritti da almeno due deputati unitamente al cancelliere.
Con la realizzazione dell'unità d'Italia, il territorio del Regno venne diviso in Province, Circondari, Mandamenti e Comuni. In base alla legge comunale e provinciale del 1865, il Prefetto divenne il rappresentante del potere esecutivo nell'ambito della provincia, coadiuvato da un Consiglio di prefettura. Nell'ambito di ogni Circondario, fu istituita una Sottoprefettura gestita da un Sottoprefetto, il quale eseguiva, oltre alle incombenze fissate dalla legge, le direttive del Prefetto. A capo di ogni Mandamento la legge del 1865 pose un delegato mandamentale.
Rispetto al periodo "austriaco", la struttura amministrativa appare più decentrata, in quanto risulta meno frequente la presenza del delegato governativo di Bergamo e appaiono più ampi i poteri demandati al sottoprefetto di Zogno di quanto non lo fossero, precedentemente, quelli demandati al commissario distrettuale da parte del delegato provinciale.
Il consiglio comunale vedeva fissate due sessioni ordinarie annue, una primaverile e una autunnale; le competenze includevano la sorveglianza e il controllo contabile sugli stabilimenti di carità e beneficenza, sull'attività e sul bilancio di tutte le istituzioni fatte a beneficio della generalità degli abitanti e sulle fabbricerie; l'elezione dei membri della giunta municipale, l'esame e approvazione del bilancio attivo e passivo del comune per l'anno precedente e deliberazione di quello per l'anno successivo; la nomina dei revisori dei conti; la revisione delle liste elettorali. Il consiglio deliberava sul numero e sullo stipendio degli impiegati comunali, che includevano anche il personale scolastico, sanitario, ecclesiastico, di vigilanza operante nel comune; sui contratti, sull'uso e destinazione dei beni comunali, sull'appalto per le opere pubbliche e su altre materie non direttamente soggette alla competenza della giunta municipale. La giunta municipale era eletta, per la durata di un anno, a maggioranza assoluta dal consiglio comunale fra i propri membri con funzioni esecutive delle deliberazioni del Consiglio stesso e di rappresentanza nei periodi che intercorrevano tra le sue sessioni.
Esse includevano la nomina del personale del comune, l'assistenza agli incanti, la formazione del progetto dei bilanci, la preparazione di regolamenti, la vigilanza sull'ornato e sulla polizia locale, l'esecuzione delle operazioni censuarie, il rilascio degli atti anagrafici, il controllo sulle operazioni di leva, l'esecuzione degli atti conservatorii dei diritti del comune.
Il sindaco n base alla legge 23 ottobre 1859 rivestiva la doppia funzione di ufficiale del governo nominato direttamente dal Re e di capo dell'amministrazione comunale. Durava un carica tre anni e poteva essere confermato se conservava la qualità di Consigliere. In quanto capo dell'amministrazione comunale il sindaco presiedeva il consiglio comunale, convocava e presiedeva la Giunta comunale, distribuiva gli affari tra i suoi membri, rappresentava il Comune nelle sedi giudiziarie. Come ufficiale del governo era incaricato della pubblicazione dei leggi e ordini governativi, di tenere i registri dello stato civile, di riferire al prefetto sulla concessione di licenze per esercizi e stabilimenti pubblici, di riferire alle autorità governative sull'ordine pubblico.
In caso di insufficienza delle rendite ordinarie veniva data ai comuni facoltà di imporre dazi per gestione di esercizi di attività produttive o commerciali, appaltare privative per attività di misura e pesatura pubblica di merci o per attività commerciali nell'ambito di fiere e mercati, imporre tasse per l'uso di spazi pubblici, riscuotere sovrimposte sulle contribuzioni dirette, imporre tasse sugli animali presenti nel territorio del comune. L'esazione delle rendite e il pagamento delle spese competevano all'Esattore delle contribuzioni dirette ove manchi il tesoriere del comune.
La legge sabauda 23 ottobre 1859 rimase in vigore per alcuni anni anche dopo la costituzione del Regno d'Italia nel 1861 in cui vennero a trovarsi incluse le province lombarde con l'esclusione di Mantova, aggregata solo dopo il 1866.
La prima legge organica sugli ordinamenti dell'amministrazione comunale e provinciale emanata in epoca post-unitaria nel 1865 apportò poche modifiche alla precedente legge del 23 ottobre 1859.
La legge 30 dicembre 1888, n. 5865 apportò invece notevoli modifiche alla precedente legislazione, e si può dire che, insieme con quella del 1848, costituisca tuttora l'ossatura dell'attuale ordinamento comunale. Le più importanti innovazioni possono essere così riassunte: ogni comune doveva avere un segretario e un ufficio comunale; più comuni potevano consorziarsi per avvalersi di uno stesso segretario; si prevedeva per la prima volta la rimozione dei sindaci ad opera del consiglio;
si rendevano pubbliche le sedute dei consigli comunali
Nel caso di Branzi la giunta municipale era composta da un sindaco e da due assessori eletti dal consiglio comunale. Ogni anno la giunta cambiava la metà dei suoi membri che erano sempre rieleggibili. Poteri specifici della giunta erano: la fissazione del giorno di apertura delle sessioni ordinarie del Consiglio comunale e la convocazione delle sedute straordinarie; la nomina e il licenziamento, su proposta del sindaco, dei dipendenti comunali; la deliberazione per l'erogazione di somme stanziate in bilancio per spese impreviste e per lo storno da un articolo all'altro della stessa categoria; la conclusione dei contratti decisi dal consiglio; la predisposizione dei ruoli delle tasse e degli oneri comunali generali e speciali; la redazione dei bilanci preventivi; la proposta di regolamenti sottoposti al vaglio del consiglio; la promozione di azioni possessorie. La giunta deliberava a maggioranza assoluta dei voti. Annualmente rendeva conto al consiglio comunale della sua gestione.


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