Ponte in pietra


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La particolare posizione geografica di Branzi imponeva un controllo continuo allo stato dei ponti che permettevano l'attraversamento dei due tratti del fiume Brembo che in Branzi si incontrano. Da Carona e da Valleve, infatti, scendono due rami del fiume che raggiungevano Branzi il primo da sinistra, il secondo da destra.
Nell'agosto 1678, verificata la necessità di riparare il ponte sul fiume Brembo di Valleve, il consiglio del comune deliberò di attivarsi. Rimane traccia di tale lavoro in archivio:
"1679 agosto 19: per tanti spesi nella fabrica del ponte in pietra fatto di nuovo sopra il fiume della Liffa, cioè pagati alli maestri muratori et taliapietre et alli manuali, et spesi in calzina, et legnamini et feramenta in tutto, come appare alla poliza fatta dalli deputati del comune a detta fabrica eletti, sono in tutto come a detta poliza lire 1746". Tale cifra significava circa un terzo del bilancio comunale medio (1).
Già nel 1657, comunque, era stata spesa una ingente somma "per far comodar il ponte della Liffa", mentre risale al 1621 una controversia che vide gli abitanti delle contrade di Cagnoli, Dossi, Gardata, Rivioni e Redorta, contrapposti a quelli delle contrade dei Prati, Ronco, Rive, Caprini, Cornello e Belfiore dall'altra, circa le spese per la conclusione della costruzione di una strada e di un ponte in pietra sul Brembo (2).
Nel corso dell'antico regime in altri casi si ha notizia di sistemazioni di ponti, ad esempio nel luglio del 1776 (ponte in legno sul Brembo di Carona sotto la chiesa) (3), mentre nell'ottobre 1790 si decise di appaltare "la fattura da farsi al ponte di legno per andar nelle contrade de Cagnoli e Gardata" (4).
Nel corso dell'800 la manutenzione dei ponti esistenti e la costruzione di nuovi attraversamenti del fiume occuparono tempo e richiesero spesso interventi assai costosi (5).


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