Livelli


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I contratti di censo e di livello mascherano, essenzialmente, il prestito su garanzia. Nel contratto di livello more veneto, infatti, il livellario o censuario, nella necessità di ottenere un finanziamento, attraverso una vendita fittizia trasferisce il dominio diretto di un fondo al livellante o censuante; questi retrocede il dominio utile del fondo stesso al livellario, o censuario, che si impegna a corrispondere un canone annuo.
Tale interesse sul prestito, in media del 5% sul prezzo di vendita, veniva chiamato per l'appunto censo, quando seguiva i dettami della Bolla di Papa Pio V del 19 gennaio 1568, livello quando si ottemperava alle leggi venete. Nel livello more veneto, che favorisce il livellante, il livellario obbligava in via sussidiaria tutti i propri beni, eventualmente ponendo la garanzia di un fideiussore, e, a differenza del censo, continuava a pagare il canone dovuto anche se il fondo periva. In entrambe le forme i canoni potevano essere perpetui o a tempo determinato, affrancabili secondo lo schema della retrovendita fatta dal livellante al livellario o dal censuante al censuario, di modo che il debitore riacquistava la proprietà che aveva ceduta in garanzia.
Nel corso del tempo, il contratto di livello rappresentò il modo migliore e più efficace per gli enti (fossero essi comuni o parrocchie e confraternite) per reperire i fondi necessari a coprire particolari situazioni o per investire capitali altrimenti inattivi.
Nel caso di Branzi, la serie formata da tre soli atti che coprono un periodo piuttosto ampio, a casua probabilmente della mancata conservazione di tali atti. E' presumibile, infatti, che il comune di Branzi sia stato attivo in tal senso più frequentemente ma che non sia rimasta traccia in archivio.


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