Consigli


Storia archivistica
La serie comprende 111 unità, per lo più costituite da registri sui quali venivano annotati di anno in anno in ordine cronologico, da parte del notaio della comunità, i verbali di riunione dei due organi deliberanti della comunità di Tirano, il consiglio dei 12 e quello dei 36, e le relative deliberazioni adottate.
In molti casi sono allegati ai registri atti di varia natura: confessi, memoriali o richieste indirizzati ai consigli, convocazioni dei consigli di terziere e di valle, corrispondenza della più svariata natura: conti, minute ed appunti stesi dal notaio o dal decano; il tutto senza alcun ordine, così che le singole unità sono costituite a volte da un singolo registro e da varie decine di carte allegate (talvolta inserite nel registro) assolutamente eterogenee quanto a contenuto, pur se tutte costituenti documentazione istruttoria per gli atti consiliari dell'anno in questione.
Ciò ha reso non sempre agevole la classificazione, risultando la documentazione allegata sovente del tutto predominante, almeno sul piano strettamente quantitativo, rispetto al registro dei verbali; in tal caso si è scelto di definire l'unità "carte sciolte", o "fascicolo", tenendo in ogni caso conto dell'esistenza del registro; va sottolineato, infine, che il tutto si presenta nel complesso poco ordinato: in alcuni casi il materiale relativo ai singoli anni è costituito esclusivamente da carte sciolte; altre volte singoli registri contengono atti relativi a 2 o più anni; in altri casi alcuni registri sono riuniti in volume (ad esempio, per gli anni 1627 - 1630; 1642 - 1646; 1671 - 1674; 1715 - 1718; 1772 - 1774; 1797 - 1800). La serie si presenta, entro gli estremi cronologici, abbastanza completa (mancano gli atti relativi agli anni 1602 - 1604; 1613; 1614; 1616; 1618; 1619; 1632; 1639; 1652; 1654 - 1664; 1689; 1709 - 1725; 1785 - 1790).
La specificità dell'ordinamento sociale ed istituzionale di Tirano ne rende indispensabile una, pur sommaria, descrizione. La comunità nei secoli XVI - XVIII è divisa, probabilmente da epoca assai remota, in 12 contrade e in due classi sociali: i "gentiluomini" ed i "contadini"; al di là della diversa terminologia sembra di poter individuare i "nobiles" e i "vicini" della classica ripartizione in uso in molte altre comunità rurali del distretto comasco.
Disposizioni statutarie assai analitiche (il capitolo 2 degli statuti del 1606) regolamentano le modalità per l'elezione del decano, che deve essere ad anni alterni "gentiluomo" e "contadino" e che è scelto a seguito di una procedura assai laboriosa, che prevede la previa designazione di un eleggibile da parte di ogni contrada, la successiva scelta tra i dodici proposti, da parte dei soli consiglieri del gruppo sociale al quale non tocca in quell'anno il decanato, di quattro nominativi e la successiva estrazione a sorte, tra i quattro, del decano.
Tali operazioni avvengono nel corso di un consiglio dei 36 che viene convocato, in ottemperanza alle disposizioni statutarie, nel giorno di S. Stefano (cioè nel primo giorno utile dell'anno, tenuto conto che viene seguito, all'epoca dell'approvazione degli statuti, il criterio della natività) e che prosegue poi nei giorni successivi. In tale occasione vengono lette le disposizioni statutarie e si provvede, oltre che all'elezione del decano, a quella dei consiglieri (ogni consigliere uscente indica il suo successore, previamente designato dalla sua contrada ed appartenente al gruppo sociale diverso dal suo), oltre che alla scelta degli altri incaricati di comunità. Tra questi particolare rilievo hanno i revisori dei conti e i deputati alla fabbrica della chiesa della Madonna, scelti in ugual proporzione anch'essi tra gentiluomini e contadini. Le cariche sono in genere retribuite e la mancata accettazione comporta una notevole penale: i compiti dei vari incaricati sono stabiliti dagli statuti comunitari. I consigli, dopo che si è proceduto nei primi giorni dell'anno alle nomine più importanti, si riuniscono poi senza un calendario preciso, secondo necessità. Provvede agli affari correnti o ritenuti di minore importanza il consiglio dei 12, formato da un rappresentante per ogni contrada: nei casi in cui si devono discutere argomenti di maggior rilievo viene invece convocato il consiglio dei 36 (formato dai 12 consiglieri dell'anno e dai 24 dei due anni precedenti: in totale 18 gentiluomini e 18 contadini).
Il notaio annota di seguito i singoli atti, siano dell'uno o dell'altro consiglio, in ordine cronologico. Compiti dei consigli sono, oltre a quelli già esaminati, il governo della comunità, nel senso più lato del termine, e il controllo dei vari amministratori ed incaricati. Gli stessi provvedono alla nomina del parroco, all'erogazione delle contravvenzioni, alle assegnazioni di legname, alle nomine di ogni genere, ad assumere unitamente al decano le decisioni di spesa e di entrata (fissazione ed incasso delle taglie, determinazione dei prezzi), alle revisioni statutarie, alle liti, ai rapporti con il governo grigione e con le altre istituzioni operanti nel territorio (comunità limitrofe, consigli di terziere e di valle). Spesso, specie nel secolo XVIII, le deliberazioni sono assunte dai consiglieri su mandato delle rispettive contrade, che si pronunciano separatamente, mentre sembra farsi meno marcata la separazione fra gentiluomini e contadini; in ogni caso i consigli restano fino alla fine del secolo XVIII (specie quello dei 36) il fondamentale organo di governo della comunità, che la campana maggiore della chiesa di S. Martino chiama a raccolta, dall'età medioevale fino al secolo presente. E' da mettere in evidenza che fino alla metà del XVIII secolo (circa) è in uso, per la datazione, lo stile della natività, mentre fino al luglio del 1620 viene usato il calendario giuliano.


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