Acque e strade


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Generalmente col titolo "Acque e strade" venivano classificati indistintamente i fascicoli relativi alle opere necessarie alla costruzione, manutenzione delle strade e la realizzazione delle opere per la conduzione dell'acqua o della manutenzione dei corsi d'acqua. La maggior parte dei fascicoli costituenti questo titolo riguardano la riparazione di ponti o di manufatti di difesa alle sponde del fiume Brembo, scarsamente documentata invece la parte riguardante la manutenzione delle strade. Le spese occorrenti per i lavori di manutenzione, nel periodo Lombardo Veneto, sono approvate dal Convocato generale e fatte eseguire dalla Deputazione comunale con la possibilità di formare consorzi con altri comuni (nel caso del ponte consorziale di San Nicola con i comuni di Piazzo Basso, Piazzo Alto e Dossena). La Delegazione provinciale aveva competenza principale sull'assegnazione degli appalti dei lavori di manutenzione (solitamente novennale) attribuiti nell'ambito della provincia. L'approvazione del Governo ai lavori giungeva dopo la deliberazione sulla regolarità degli atti d'asta eseguita dalla Direzione delle pubbliche costruzioni. Il Commissario distrettuale, a livello locale, vigilava sulla buona conservazione delle strade mantenendosi in contatto con la Delegazione provinciale. Ogni contratto di costruzione e manutenzione veniva sottoposto a cauzione approvata dalla Delegazione provinciale. Atto finale di ogni fascicolo concernente l'annua manutenzione consisteva nel collaudo dell'ingegnere collaudatore effettuato entro quindici giorni dal ricevimento della conclusione dei lavori (1). Con l'avvento del Regno d'Italia il Consiglio comunale delibera le spese da farsi e richiede l'approvazione della Prefettura che può rimandare il progetto al consiglio per apporvi delle modifiche.
Alcune pratiche riguardano della costruzione di acquedotti e lavatoi nelle frazioni più lontane dal centro. Fin dal 1893 (2) il comune iniziò ad occuparsi della costruzione di una conduttura per portare l'acqua potabile in paese dalla sorgente "Zoppette", nominando, con delibera 25 febbraio 1893, all'uopo una commissione di tre persone. Il progetto della commissione, redatto dall'ingegner G.V. Salce di Bergamo, venne redatto già dal 1893. Nel 1894 (26 gennaio), in una lettera alla Prefettura (3) in cui si chiedevano spiegazioni circa il ritardo dei lavori, il Sindaco precisava che la sorgente scelta per dare acqua al comune era stata nel 1890 concessa in uso alla ditta Beaux e che la ditta stessa non intendeva ora recedere dal contratto. Nella seduta del 8 agosto 1895 (4) il consiglio comunale deliberava di non accettare il progetto fatto dall'ingegner Salce per la conduttura dell'acqua potabile al comune (5), ma in ottobre la Prefettura invitava il comune a deliberare l'approvazione del progetto andando incontro, in caso negativo, a provvedimenti d'ufficio. Alla fine dell'anno ancora la Prefettura (6) sollecitava il Sindaco all'approvazione del progetto e ancora una volta egli giustificava il ritardo a causa di due motivi: la spesa troppo onerosa e l'insufficienza del progetto a coprire il fabbisogno dell'intero abitato.


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