Beni comunali


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I beni comunali venivano sottoposti a contratto di livello (1) e posti al pubblico incanto partendo da un prezzo di stima. I partecipanti all'asta dovevano rialzare il prezzo di base e il bene veniva deliberato a favore del miglio offerente. Prima di poter fare delle offerte i partecipanti alle aste dovevano lasciare un deposito pari a lire 10 per ogni 100 del valore di stima dei singoli stabili da alienarsi. Spettava all'autorità superiore l'approvazione del processo verbale dell'asta. Gli stabili da porre a livello potevano essere messi all'incanto tutti assieme o uno per volta. Il deliberatario doveva autenticare con la propria firma l'atto dell'incanto ed i capitoli normali, dimostrando di conoscerli e di conoscere pure l'entità e la località dei beni enfiteutici da lui deliberati. L'unità 3427 e allegato concernono la divisione territoriale con il comune di Piazzo Alto secondo la determinazione 31 ottobre 1676. Il titolo contiene anche il carteggio tra il comune e la Delegazione provinciale in merito al trapasso dei livelli comunali (2) a cui la Delegazione doveva dare l'approvazione e un registro dei livelli (unità 5.1-149) con estremi cronologici molto ampi 1891-1902.


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