Deliberazioni del consiglio


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La serie, composta da due unità che coprono il periodo compreso fra la metà del XVIII secolo e la fine dell'età napoleonica, appare probabilmente incompleta. E' infatti ragionevole pensare che l'uso di tenere registrazione delle deliberazioni consiliari fosse stato avviato in parallelo con quello della registrazione contabile, vale a dire almeno a partire dalla costituzione del comune sul finire del XVI secolo. E' altrettanto possibile, però, che fino a metà Settecento il comune si sia servito essenzialmente di notai e non avesse un proprio cancelliere. La presenza del comune di Branzi negli atti dei notai che rogarono in zona, infatti, è significativa proprio fino alla metà del Settecento ed è possibile ricorrere alle imbreviature notarili per supplire alla mancanza di notizie dirette sull'attività del comune fino a quella data.
Fatto sta, abbandonando le ipotesi sulla possibile struttura della serie, che i due registri presenti sono estremamente importanti per comprendere la struttura amministrativa del comune di Branzi.
Il comune era retto da due o tre sindaci eletti annualmente dal consiglio generale dei capifamiglia. Si aggiungevano il console e il tesoriere la cui carica veniva data all'incanto. Infine era presente lo scrivano (cancelliere) incaricato di redigere materialmente gli atti.
Gli affari erano amministrati da sindaci e console, al tesoriere spettava la gestione finanziaria (da notare che i registri contabili sono vistati alla fine di ogni pagina dai due sindaci). Il consiglio generale si riuniva all'inizio dell'anno (o alla fine del precedente) per il rinnovo delle cariche.
Importante era la figura del cancelliere, i cui compiti vennero definiti in un sindicato del dicembre 1766 (1).
Alle sedute di consiglio potevano partecipare tutti i capifamiglia. Il numero di capifamiglia presenti fu sempre piuttosto variabile (fra un minimo di 12 a un massimo di 43).
Gli oggetti delle deliberazioni erano assai diversi. Ad esempio, nel luglio 1769 si decise l'acquisto di un armadio per l'archivio del comune, mentre nel novembre 1770 il consiglio si espresse circa lo spostamento della camera depositi e prestiti, organo da poco creato ma di importanza fondamentale per le istituzioni religiose. La deliberazione consigliare del 1770 si espresse per la richiesta di istituire una camera a Piazza Brembana che evitasse all'alta valle di doversi servire di quella creata nella lontana San Giovanni Bianco. In una riunione del giugno 1775 viene fatta menzione ad una causa con i compartecipi del monte "Valle scura", oggetto di molte rivendicazioni e documentato dall'archivio parrocchiale di Branzi (2). Nel luglio 1776 luglio venne, invece, decisa la sistemazione del ponte in legno sotto la chiesa. Nell'ottobre 1786 ottobre si dovette rifare l'"insochatura e castello" della campana grossa e il comune fece la sua parte. Vale la pena di ricordare come durante l'Antico Regime la parrocchia fosse amministrata dall'ente "Vicinia" e che il comune non appare mai coinvolto nelle pur frequenti spese per la sistemazione della chiesa, prime fra tutte quelle sostenute in occasione del suo completo rifacimento nella prima metà del '700. L'ultima deliberazione segnalata risale al luglio 1799, quando il comune di Branzi, assieme a quelli di Carona, Fondra e Trabuchello incantarono la sistemazione del ponte di Fondra "dalla parte verso la chiesa".


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