20 Ricevitorie comunali


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La serie comprende documentazione relativa alla nomina e all'attività degli esattori o "ricevitori" distrettuale e comunali. Non sempre le due funzioni convivevano, nel 1801 per esempio, dovendo scegliere fra la nomina di un esattore distrettuale e più esattori comunali, come previsto dalla nuova normativa in materia, il distretto opta per questa seconda soluzione (1).
L'esattore veniva nominato a mezzo di asta pubblica. Egli aveva il compito di riscuotere le entrate comunali relative a imposizioni varie (tasse prediali, personali, sulle arti e il commercio e le professioni liberali, imposizioni straordinarie, ecc.), ad affitti dei beni comunali. A tale scopo la municipalità predisponeva dei "quinterni di scossa" su cui erano registrati i nominativi dei debitori a vario titolo nei confronti del comune.
In questa serie è stato spesso necessario ricorrere alla sottofascicolazione, in particolare in quelle annualità in cui ricorrevano le aste per l'incarico degli esattori (è presente documentazione relativa sia al comune di Gandino che agli altri comuni del distretto). Gli esattori dovevano presentare, all'inizio della loro gestione, una "idonea sigurtà", cioè la fideiussione di un terzo che rispondesse della cifra da esigere. La nomina andava sempre sottoposta all'approvazione delle autorità dipartimentali. Alla chiusura di ogni anno veniva effettuata dai revisori dei conti, la cui nomina veniva approvata dal viceprefetto, la revisione e la liquidazione dei conti delle casse esattoriali comunali. L'ammontare delle imposte esatte andava quindi versato nella Cassa dipartimentale. Alla cessazione di ogni contratto esattoriale le autorità locali (podestà, ma anche il cancelliere censuario) dovevano ritirare i libri e i registri dell'esattore.
Gli esattori avevano l'obbligo di controllare l'aggiornamento delle partite d'estimo dei contribuenti e dovevano disporre il pignoramento dei beni dei contribuenti morosi.

(1) Nel 1801 avviene di fatto il passaggio fra la vecchia e la nuova amministrazione per quanto riguarda la normativa e l'organizzazione dell'esazione, che il governo cerca di strutturare a livello distrettuale, anzichè comunale. Nel fascicolo relativo a quell'annualità c'è un interessante carteggio fra il consigliere generale di governo e il cancelliere censuario circa l'opportunità della nomina di un esattore distrettuale e il vantaggio che ciò comporterebbe per il pubblico interesse: dovendo far fronte al salario del solo esattore distrettuale anziché ai diversi salari degli esattori comunali i censiti avrebbero infatti potuto riasparmiare. Come si è visto però i comuni del distretto non riuscirono a trovare un accordo, preferendo incaricare ognuno il proprio esattore.

(a.z)


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