Tassazioni dirette


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Le "taglie" o "gravezze" erano imposte dirette di carattere ordinario o straordinario, fissate dallo stato o dai singoli enti territoriali; tale differenziazione andrà peraltro sfumando col tempo dato il ruolo sempre maggiore degli enti intermedi nella riscossione delle imposte decretate dallo stato. Pertanto la misura secondo cui ciascun suddito del Dominio era chiamato a contribuire alle taglie era calcolata in un primo tempo sulla base degli estimi generali, e in una seconda fase sulla base degli estimi dei singoli comuni.
Il campatico venne istituito originariamente come imposizione straordinaria sulle campagne soggette ad allagamento, per coprire la spesa pubblica affrontata per la riparazione degli argini o l'escavazione degli alvei; in un primo tempo tale tassa gravava solo sui fondi che avevano beneficiato di tali lavori; in seguito, allo stesso modo del sussidio, venne trasformata in un'imposizione ordinaria estesa a tutti i proprietari di beni fondiari della Terraferma. Questi ultimi pagavano il campatico in base alla qualità ed alla estensione dei beni (e non in base al loro valore economico o fiscale), che venivano distinti in tre categorie: boschivi, prativi, arativi, tassate da mezza a una lira e mezza per "campo".
La tansa o testatico era un'imposta che gravava su tutti gli abitanti del territorio in quanto tale: "imposta globale ripartita secondo la rendita delle famiglie sospesa nel 1548, dalla metà del XVII secolo divenne alternativa alla decima o al campatico, sicche chi ne era colpito era tenuto a pagare, tra queste, solo l'imposta più pesante." (1).


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