Mappe


Storia archivistica
Il materiale è costituito da complessive 98 mappe catastali di cui non si hanno notizie certe né sulla datazione, né sul cartografo; si può ipotizzare, però, che la loro stesura sia stata effettuata dal 1765 in poi da Giovanni Antonio Venosta, probabilmente incaricato del lavoro per conto della comunità di Tirano; sembra, infatti, non ipotizzabile una redazione delle mappe per iniziativa ed uso personale.
Il catasto, pur coevo del ben più illustre catasto teresiano, ha caratteristiche assolutamente diverse; la rappresentazione grafica, pur presente, non è, infatti, in scala, ma è direttamente condizionata, quanto a dimensioni, dalla descrizione dell'immobile rappresentato che è contenuta nelle singole particelle illustrate e che è accompagnata da varie altre indicazioni. Tutto ciò determina un andamento abnorme delle singole unità immobiliari rappresentate, con sviluppo prevalente in senso orizzontale (nel senso cioè della scrittura) e con scale via via variabili in relazione alla superficie media dei singoli mappali nelle varie zone, fino ad arrivare a scale assai elevate, con indicazioni assai sommarie, nelle zone periferiche di montagna.
La cartografia copre l'intero territorio della comunità, con eccezione delle zone di alta montagna di godimento comune (boschi e pascoli); tale esclusione risulta peraltro assolutamente normale in quanto il catasto fu formato a fini esclusivamente fiscali, come strumento di completamento e di più agevole e sicura consultazione degli estimi dei beni di proprietà privata. Non avrebbe avuto alcun senso, in quest'ottica, la rappresentazione analitica dei beni di godimento comunitario; gli stessi (ad esempio le zone rocciose) sono, infatti, genericamente indicati come "comune" o al più, quando si tratta di valli o "valgelli", con la rappresentazione del corso e l'eventuale denominazione.
Alcune mappe, a scala assai più ampia, costituiscono quadri d'insieme per una più agevole ricerca (ad esempio per la zona di Campone-Cologna e per i maggenghi sul versante orobico); non vi sono riportati i singoli mappali, ma unicamente le indicazioni relative alle singole mappe "particolari" ricomprese nella zona interessata (numerate), con la rappresentazione del reticolato viario e dei fiumi e torrenti.
Le altre unità possono invece essere assimilate ai fogli di mappa attuali; per ogni mappale (o edificio) sono comunque indicate le caratteristiche dell'immobile interessato (tipo di coltura per i terreni e articolazione dei locali per gli edifici urbani) con l'estimo relativo e con indicazione dei proprietari di ogni singolo immobile quali risultavano dagli estimi del 1570-1580, del 1696-1699, oltre che da quelli dell'epoca di formazione del catasto.
Le linee di confine sono indicate con semplici tratti di penna e a mano libera, senza l'uso di alcuno strumento; risultano rispettate, in genere, le conformazioni dei singoli appezzamenti ed esatte le coerenze (il tutto, evidentemente, nei limiti che l'impianto prevalentemente descrittivo consentiva). Molti particolari sono rappresentati graficamente, con schizzi prospettici o con figurazioni (ad esempio per mura, fiumi, rupi ecc.) spesso assai gradevoli ed assai interessanti, pur nella loro ingenuità ed approssimazione.
Quasi tutte le mappe sono in bicromia, con uso di inchiostro nero e rosso (per lo più per le figurazioni e per le annotazioni più recenti).
Tutto il materiale è ammassato in un unico contenitore in legno; le singole unità sono costituite da vari frammenti di carta incollati fra loro e riuniti in fogli di dimensioni variabili (da pochi decimetri quadrati a diverse decine di metri quadrati) arrotolati intorno ad un bastone di adeguata lunghezza, al quale sono fissati.
Le mappe erano, all'origine, numerate, con indicazioni della zona interessata; in parecchi casi però tali indicazioni e numerazioni non sono più presenti; il materiale è stato in seguito rinumerato e riclassificato in varie riprese (l'ultima volta circa un secolo fa).
Tutte le numerazioni e i riordini risultano comunque effettuati con una previa suddivisione del materiale in vari blocchi: zona a sud dell'Adda; zona a nord; zona di Trivigno San Rocco (sul versante orobico); con una sovrapposizione di numeri che ne rendeva di fatto impossibile la consultazione; si è pertanto ritenuto di riordinare il materiale con un'unica numerazione progressiva partendo dal versante orobico e da est e seguendo di massima le vecchie numerazioni. Alcune mappe, probabilmente tre (anche se l'approssimazione e la confusione delle precedenti numerazioni non permettono di avere al riguardo alcuna certezza), risultano mancanti.
Va ricordato infine che la comunità di Tirano comprende ai fini dell'estimazione, all'epoca della formazione del catasto, anche territori ora in comune di Villa di Tirano (la frazione di San Rocco sul versante orobico) e in territorio elvetico (le zone di Braga e di Pescia); tali territori sono evidentemente riportati sulle mappe.


Dettagli unità (98) Dettagli unità

Link: www.archiviedocumenti.it/archivi/?str=17&prg=501