Estimi


Storia archivistica
La sottoserie comprende 61 unità e presenta un buon grado di completezza e una discreta omogeneità.
E', infatti, costituita, per lo più, di registri sui quali sono annotati, distinti per contrada o per categoria ("Terrieri" o "Forestieri"), i singoli proprietari con l'elenco e la valutazione dei rispettivi beni o gli elenchi, per zona, dei singoli beni estimati.
Già all'origine con il termine estimi si indicavano, nel loro complesso, tutti i registri e in genere i documenti dell'uno e dell'altro tipo; si è preferito conservare tale denominazione ed ordinamento del materiale senza operare alcuna sottoclassificazione, che sarebbe risultata, oltre che assai ardua per la diversa natura del materiale e per la sua non sempre agevole collocazione in sottoserie, anche probabilmente arbitraria.
Si è invece operata una distinzione tra il materiale relativo alla individuazione e stima dei beni e quello attinente alle imposte relative ("taglie") in quanto i due momenti furono, fin dall'origine, distinti; a parte sono state inoltre classificate, (con sottoserie apposita), le mappe del catasto settecentesco.
Sono presenti spesso le rubriche dei singoli registri e, in un caso (1570), una rubrica onomastica, relativa a tutti i censiti.
Di particolare interesse risulta il primo registro, di notevoli dimensioni e costituito da più quaderni, legati tra loro senza alcuna copertina, sul quale è riportato l'elenco completo delle proprietà immobiliari (distinte tra terriere, forestiere ed ecclesiastiche) rilevato nel 1524.
La sottoserie copre, in modo completo, l'estimazione delle proprietà durante il periodo in cui la Valtellina fu soggetta alle Tre Leghe d'Alta Rezia. Non appena assoggettata la valle, i grigioni provvedono ad una riorganizzazione istituzionale ed amministrativa: gli estimi rappresentano, senza dubbio, la pietra d'angolo di tutto il sistema.
Nel 1523 vengono infatti approvati dal consiglio di valle, i capitoli per la formazione del nuovo estimo; vengono cioè individuati criteri oggettivi, per le singole categorie di beni ed in diretta relazione col reddito dagli stessi ottenibile per la valutazione di tutti i beni immobili (oltre a beni mobili particolari).
Le singole comunità provvedono ad una rilevazione analitica e ad un'estimazione di tutte le proprietà nel territorio di propria competenza; nel 1531 l'opera è compiuta e viene approvato l'estimo generale di tutte le comunità della valle, da Piantedo a Sondalo. Sulla base dei valori che ne risultano vengono, per oltre 250 anni, effettuati tra le comunità i riparti di tutti gli oneri che gravano sulla valle e sui singoli terzieri.
Così poi, scendendo di livello, le comunità provvedono a ripartire le taglie tra gli estimati; l'unica differenza consiste nel fatto che sui forestieri non gravano gli oneri di stretta pertinenza della singola comunità. Il sistema e le quote di riparto, anche se queste ultime sono, specie nel secolo XVIII, ormai superate, restano immutati fino alla fine dell'età grigiona.
Per quanto riguarda Tirano, comunità assai importante e fiorente specie nel secolo XVI, la rilevazione del 1524 è però probabilmente non più attuale dopo appena cinquanta anni (o non sufficientemente accurata); dato che nel 1570 si dà, infatti, inizio ad un'opera di revisione con misurazione, da parte di tecnici incaricati dalla comunità, di ogni singolo appezzamento di terreno e con un'estimazione dello stesso; per gli edifici viene parimenti approntato, nei decenni successivi, un catasto descrittivo accompagnato da estimazione.
Il lavoro, assai accurato, serve da base per le revisioni successive nel 1696 - 1698 (per le contrade urbane, almeno) e, più limitata, nella seconda metà del secolo XVIII, quando viene effettuata una completa mappatura dei beni siti nell'intera comunità con riferimenti alle proprietà nel 1570 - 1580 e nel 1696 - 1699.
La cosa, se si considera che la rilevazione aveva fini fiscali, appare oggi semplicemente impensabile.
Vi furono poi nel medio periodo (specie nel 1613 - 1616 e verso la metà del secolo XVII) altri rinnovi dei libri d'estimo, si trattò però di semplici adeguamenti in relazione agli intervenuti passaggi di proprietà (o di possesso), senza particolare rilievo. In questi casi, come è prassi solita, si provvede ai rifacimenti sulla base delle dichiarazioni dei proprietari.
Provvede alla conservazione e probabilmente alla stesura dei libri d'estimo il notaio della comunità mentre le rilevazioni del 1524 e del 1570 sono invece opera di funzionari al riguardo incaricati.


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