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Il soggetto attivo principale in questa serie è la "fabbriceria parrocchiale", istituita anche a Casnigo, come in tutte le parrocchie, al tempo del napoleonico "regno d'Italia", in esecuzione di un decreto emanato nel 1806 dal ministro per il culto. Secondo tale decreto, ogni fabbriceria parrocchiale doveva concentrare in sé tutte le amministrazioni e le "casse" delle varie chiese e confraternite esistenti a quel tempo nella parrocchia. Le competenze di ogni fabbriceria erano "amministrative" in senso lato, in quanto giungevano a toccare anche aspetti quali la stessa celebrazione del culto e gli adempimenti del clero. Nominati dall'autorità civile, i fabbricieri, generalmente nel numero di quattro, duravano in carica per cinque anni; tra di essi veniva eletto un presidente, dopodiché venivano nominati un cancelliere ed un ragioniere; potevano figurare come "impiegati" della fabbriceria anche i sagrestani, gli organisti e persino i cappellani. La presente serie, in particolare, testimonia, da un lato, i rapporti intercorsi tra comune e fabbriceria parrocchiale di Casnigo, e, dall'altra, i rapporti tra fabbriceria parrocchiale e autorità civili superiori: il commissario distrettuale e il delegato provinciale. Nella documentazione conservata risulta evidente l'opera di sostegno offerta dal comune alle spese straordinarie della fabbriceria: il nuovo organo parrocchiale, il restauro della chiesa della SS. Trinità, il restauro della chiesa parrocchiale ed in particolare della sua torre campanaria. Su quest'ultima opera il comune di Casnigo appare esporsi finanziariamente, come dimostrato dalla lunga vertenza con i creditori e dalle reprimenda da parte del commissario distrettuale e del delegato provinciale, rispetto alle spese approvate dal consiglio comunale. Di fatto, la possibilità per un comune di concorrere alle "spese di culto" è ancora stretta nei limiti normativi del decreto napoleonico del 5 gennaio 1808, la cui validità si protrarrà fino al 1858.