Tesoreria ed esattoria


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Il servizio esattoriale veniva assegnato tramite un'asta preceduta da un capitolato. Il tesoriere conservava la posizione di privato e la sua attività si svolgeva in nome proprio per conto dell'ente. Il rapporto di tesoreria trovava infatti la sua fonte in un contratto. Per poter partecipare all'asta gli aspiranti tesorieri dovevano versare una cauzione e garantire liquidità all'ente. L'esattore doveva provvedere alla riscossione dei crediti e al pagamento dei debiti che venivano segnalati in un quinternetto di scossa. La natura di titolo esecutivo del ruolo dava all'esattore il potere di compiere gli atti esecutivi nei confronti dei debitori morosi. Pur essendo tenuto a versare alle scadenze prestabilite la cifra predeterminata risultante dal ruolo, aveva diritto al rimborso delle quote non riscosse ed abitualmente ad un guadagno percentuale su tutti i movimenti. Egli provvedeva inoltre al pagamento dei tributi e dei buoni sussidio emessi dall'ente e a febbraio presentava il conto finanziario per l'approvazione. Nel caso si fosse verificato un ammanco di cassa e l'esattore non avesse avuto l'intenzione di integrare la cauzione con un ulteriore deposito, l'amministrazione poteva, a sua discrezione, indire un'altra asta per il conferimento dell'incarico di tesoreria. Il tesoriere esibiva il conto consuntivo all'amministrazione in maggio, nel caso questo non fosse avvenuto, o il conto fosse risultato errato, l'amministrazione poteva ordinargli di compilarlo o correggerlo entro un termine di tempo, passato il quale, ordinava la compilazione o la correzione ad un commissario a spese del tesoriere stesso. L'esattore era obbligato a presenziare nei locali dell'ente tutti i giorni compresi i festivi dalle ore 10.00 alle 13.00. Le dispense delle elemosine e la riscossione dei debiti venivano registrati in un quinternetto in cui non erano indicate quelle partite che l'amministrazione aveva facoltà di esigere in modo autonomo e sulle quali l'esattore non aveva diritto alla percentuale. Gli introiti venivano riportati su di un giornale-bollettario, le entrate e le uscite erano separate; sotto la voce "dare" venivano registrate le somme desumibili dal giornale, sotto la voce "avere" i pagamenti risultanti da un mastro anch'esso provvisto di ricevute.


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