Ospedale degli infermi (1640-sec. XIX), Gandino


Tipologia: Ente (Ente di assistenza e beneficenza)

Sede: Gandino

Profilo storico-biografico: Profilo storico biografico Il 14 gennaio 1640 Cecilia fu Giovanni del Negro moglie di Giovanni Antonio Caccia, rappresentante, quindi, di due fra le più importanti e ricche famiglie gandinesi, consegnò al notaio Giovanni Antonio Patirani il proprio testamento sigillato. Fra i numerosi e rilevanti lasciti (1), il più importante, sia per il valore sia per gli effetti sulla comunità, furono certamente i 9.000 scudi (pari a ben 63.000 lire) destinati alla costruzione e al mantenimento di un ospedale per malati poveri. Erede universale venne nominata la misericordia di Gandino, che, assieme al comune, avrebbe dovuto attendere all'opera. Il 26 novembre 1663 la testatrice nominò quattro reggenti vitalizi, fra cui il reverendo Pietro Paolo Radici, con l'intento di cominciare a porre mano all'impresa senza aspettare l'apertura del proprio testamento. Essi sarebbero stati sostituiti da deputati eletti dalla comunità. Il 22 maggio successivo, infatti, si venne all'acquisto dell'area che avrebbe dovuto ospitare l'ospedale. Venne acquistata una "pezza di terra casata di più fondi di case solerate, sopra solerate, copate et plodate, lobiata. areata, hortiva, broliva, arboriva di arbori fruttiferi, vidata, murata con cisterna overo pozzo posta nella presente terra di Gandino nella contrada del Contradello vicino alla porta di Foppa, alla quale coherentia a matina strada, a mezzo dì li heredi del q. Reverendo Lorenzo Loverini, a sera li heredi del q. Giuseppe del Negro et a monte strada pubblica". Il prezzo, 1.550 scudi, venne pagato in parte in contanti, in parte con la cessione di censi attivi, in parte attraverso la vendita di un'altra pezza di terra casata. Acquistato l'edificio, si rendeva necessario trovare i mezzi per il suo adattamento e il suo funzionamento. Il 25 gennaio 1666, infatti, la testatrice, ora vedova, cedette al pio luogo censi attivi per complessive 245 lire. Il testamento venne aperto 15 gennaio 1667. Cecilia Caccia Del Negro aveva lasciato 3.000 scudi per l'acquisto dell'edificio che avrebbe dovuto ospitare il luogo pio, e 6.000 da investire in censi da cui trarre il necessario al suo funzionamento. In un codicillo del 1659 essa aveva revocato, tra l'altro, un legato di 4.000 scudi a favore delle terziarie di Gandino affidando anche tale somma al neo costituito ospedale. Fin dal 1664 numerosi si susseguirono ingenti lasciti testamentari. L'ingente patrimonio mobiliare rese l'ospedale uno dei più importanti enti finanziari di Gandino, secondo solo al consorzio della Misericordia. Ad esempio l'11 agosto 1715, con garanzia del mulino del Cornello, il comune chiese e ottenne un prestito di 1.091 lire. Il 25 giugno 1719 una deliberazione del consiglio maggiore di Gandino stabilì che i 4 reggenti sarebbero durati in carica un biennio e ne sarebbero stati sostituiti due all'anno, al fine di fare coesistere due reggenti esperti e due nuovi. L'ospedale, nel corso dell'Ottocento, venne trasferito nei locali dell'ex convento, dove ancor oggi ha sede la Casa di Riposo, che dell'ospedale è la diretta erede.

Note: (1) F. Luini, "Carità e assistenza a Gandino fra medioevo ed età moderna (XIII-XIX)", in "Gandino e la sua valle", Villa di Serio, 1992, pp. 285-288.


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