Scuola dei Disciplini presso la Chiesa di Santa Croce in Gandino (sec. XIV-sec. XVIII), Gandino


Tipologia: Ente (Congregazione religiosa)

Sede: Gandino

Profilo storico-biografico: La scuola risulta già esistente nel 1384, perchè in un registro di contabilità del comune viene citata una donazione di 10 lire al consorzio dei disciplini per l'acquisto di una casa destinata, forse, a diventare la loro sede (1). E' assai probabile, comunque, che si trattasse solo del momento culminante di un'attività già consolidata, dato che la presenza fra le sue carte di una concessione di indulgenza del vescovo di Bergamo, Bernardo, a chi facesse elemosine ai disciplini battuti, datata 4 luglio 1343, è spiegabile solo con l'esistenza, a quella data, di una confraternita di disciplini. Non va, comunque, dimenticato il fatto che, nel 1352 è testimoniata l'attività dell'Inquisizione a Gandino contro gli eretici dolciniani (2). E' possibile che la scuola dei disciplini si sia andata organizzando in contrapposizione agli eretici o immediatamente dopo la loro repressione. Nell'estate del 1436 la scuola chiese il placet del vescovo Francesco Aregazzi per la costruzione di un nuovo tempio. Il 6 agosto venne emanato un decreto vescovile che autorizzava i confratelli ad erigere una chiesa "seu oratorio", sotto l'invocazione della Santa Croce e di Sant'Alessandro. Nel decreto era previsto che i disciplini avrebbero dovuto versare, ogni anno e in perpetuo, alla chiesa parrocchiale di Gandino 1 libbra, o dodici once, di cera lavorata e che si permettesse, in certe ricorrenze, al preposito della parrocchiale di officiare nella chiesa senza alcuna limitazione da parte dei confratelli. Il decreto permetteva il possesso di una campana che non superasse il peso di 4 pesi e la costruzione di un campanile che non eccedesse in altezza il tetto dell'edificio. La prima pietra venne posata, durante una solenne cerimonia, il 15 di quello stesso mese. Alla presenza del frate domenicano Giovanni di Lodi, del presbitero Bertolino de Rizonis e del podestà Giorgio Molte de Celeris, il preposito, Lorenzo de Rudellis, letta pubblicamente la bolla vescovile di autorizzazione, aspersa l'acqua Santa e cantate le litanie, benedisse la prima pietra dell'edificio e celebrò una messa solenne. Nel dicembre del 1440, considerata la volontà dei disciplini di terminare la costruzione della loro chiesa ma anche la loro modesta condizione economica, il vescovo Polidoro Foscari concesse un'indulgenza di quranta giorni a chi avesse contribuito, con opere o con elargizioni, all'opera. Il 18 dicembre dell'anno successivo i disciplini chiesero, e ottennero, l'autorizzazione ad elevare il campanile rispetto a quanto disposto nel decreto del 1436. Il 16 agosto 1446 lo stesso vescovo si recò a Gandino per la consacrazione della chiesa, accompagnato dall'arcidiacono Pezolo de Zanchis e dai presbiteri Crescimbene de Chuchis, Gaspare de Clivate e Antonio de Lapiancha, tutti canonici della cattedrale di Bergamo. Vennero benedetti e consacrati la chiesa e l'annesso cimitero, l'altare maggiore con le reliquie dei Santi Giacomo Interciso, Giovita ed Esterna. Concesse quaranta giorni di indulgenza a chi visitasse la chiesa nei giorni dedicati alla Santa Croce, a Sant'Alessandro e nella ricorrenza della consacrazione. Il 29 maggio 1448 il vicario generale vescovile, Antonio de Lapiancha, concesse alla scuola di edificare due altari, uno dedicato ai Santi Nicola da Tolentino e Agostino, e l'altro al beato Francesco. Secondo quanto affermato dal preposito in occasione della visita pastorale del vescovo Lippomano nel 1522, la scuola contava 50 o 60 confratelli, disponeva di un reddito di 50 o 60 lire ed era bene amministrata. La buona amministrazione della scuola venne affermata anche in occasione delle visite dei vescovi Soranzo (1546) (18) e Cornelio (1564). San Carlo Borromeo, nel 1575, visitò la chiesa, definita abbastanza ampia e decentemente costruita. L'oratorio degli scolari era eretto presso la chiesa dal lato settentrionale ed era solitamente utilizzato dalle donne per la disciplina. I 150 scolari militavano secondo la regola dei disciplini di Santa Maria Maddalena di Bergamo e versavano 3 soldi annui a testa. Le 124 lire di reddito annuo derivavano da fitti livellari e semplici, e venivano spese in cera e olio per la chiesa e in parte in elemosine. Le riunioni si svolgevano tre volte l'anno: il giovedì Santo, a Pasqua e al Corpus Domini, e vi si dividevano tre agnelli cotti fra i nove officiali. Questi, ogni anno, facevano il proprio rendiconto ai loro successori. Di rilievo due legati testamentari: il primo di Francesco de Ritiis, che aveva lasciato un'appezzamento di terra prativa di 3 pertiche per un cappellano, nel caso in cui la scuola dovesse mantenerne uno, o, in caso contrario, per la chiesa. Gli eredi avrebbero dovuto, se richiesti, versare in cambio del terreno 160 lire: Francesco Ritius aveva già contribuito per la sua parte mentre Giacomino Ritius non aveva ancora adempiuto al dettato testamentario; il secondo legato era quello di Giovanni de Rudellis, che fece una donazione inter vivos di 4 terreni, con l'impegno per la scuola di non venderle né cambiarle, il cui reddito sarebbe stato speso per il salario di un cappellano che avrebbe docuto celebrare una messa al mese nella chiesa di San Giacomo di Cirano. I beni furono in seguito alienati e non venne soddisfatto l'onere. Anche in occasione della visita del vescovo Regazzoni, 1591, il preposito nella sua relazione mise in rilievo l'autonomia della scuola nella propria gestione: "La disciplina si fa nella chiesa di Santa Croce, quali hanno certa entrata, che io non so quanto, et fanno celebrar alcune messe; del resto poi non so che cosa ne faccino, che io non ha mai potuto vedere i conti loro, che vanno subterfugendo". In occasione della visita del 1594 il vescovo Milani emanò un decreto per il quale "Nella scuola et chiesa di disciplini si faccia rifar la patena, né si faccia più la mangiaria il giorno di Pasca et della Croce, finché non haranno mostrato il legato, come hanno fatto per la collatione del Giovedì Santo". Il preposito, nella relazione per la seconda visita del Milani, 1599, affermò che "La chiesa di Santa Croce è governata da Disciplini batuti. Da loro non sono mai stato chiamato alle eletioni de suoi officiali né suoi conti. Io celebro 3 messe al mese in detta chiesa per obligo loro. Di loro non ho che dire". Gli obblighi di messe, secondo la relazione del preposito per la visita del vescovo Ruzzini, 1700, ascendevano a ben 1450 messe, a testimonianza dell'ancor notevole importanza della confraternita nel tessuto religioso gandinese.

Note: (1) Per queste e le altre notizie si veda F. Luini, cit. pp. 314-318. Si veda, inoltre, il ricco fondo documentario dell'archivio parrocchiale di Gandino. (2) Cfr. unità 505.


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