Comune di Darfo (sec. XV - 1797), Darfo Boario Terme


Tipologia: Ente (Comune)

Sede: Darfo Boario Terme

Profilo storico-biografico: L'insediamento di Darfo, Valle Camonica, sorse presso il castello di Montecchio, nel punto strategico in cui la strada valligiana oltrepassava il fiume Oglio. Tale posizione era importante per le relazioni fra il lago d'Iseo e la Valle di Scalve. Nei mercati di Darfo si venivano trasportati i prodotti e le merci che gli scalvini erano tenuti a versare prima al monastero di Tours poi a quello di S. Faustino e Giovita di Brescia. Attorno al 1047 Darfo fu Dichiarato corte regia con le terre di Gianico, Corna, Montecchio Pellalepre e Fucine (ognuna di queste contrade di fatto inizialmente era autonoma con l'elezione di propri funzionari e rappresentanti). Darfo, con le sue contrade, faceva parte della Pieve di Rogno (1). In tempi successivi le lotte autonomistiche contro i signori del castello di Montecchio portarono Darfo a legarsi al comune di Brescia, in particolare al Vescovo che per concessione longobarda aveva il titolo di Duca, successivamente confermato dall'imperatore Federico III nel 1477. Nel 1248 Darfo era stato dichiarato dal podestà di Brescia Azzone da Pirovano, terra franca e libera da qualsiasi onere. Lo scioglimento dagli antichi legami feudali portò nel volgere del secolo successivo all'emancipazione comunale e al pieno possesso e godimento da parte degli abitanti dei beni del comune. Dal secolo XV, con il passaggio al governo di Venezia, fino al secolo XVIII, il comune mantenne la sua fisionomia istituzionale in forma stabile, con l'eccezione della separazione della contrada di Gianico, divenuta comune autonomo dopo la separazione avvenuta nel 1731. Un anonimo redattore della descrizione delle terre bresciane del 1493 considerava Darfo, Gianico, Pellalepre, Montecchio e Fucine, Corna come cinque comuni distinti, abitati rispettivamente da 600, 300, 100, 200 e 140 anime (3). Nel 1765 era un Il comune era organizzato attorno alle figure istituzionali solite ovvero vicinia, consiglio, ragionati, campari, massaro, consoli e notaio scrittore. (2). All'inizio del '600 il comune era costituito da sei terre, Darfo, Montecchio, Corna, Pellalepre, Fucine e Gianico, ed apparteneva alla Valle Camonica; o dei comuni del pievatico di Rogno (4). Nella sua descrizione il capitano Giovanni da Lezze (5) dichiara che l'universitas di Darfo è composta sei contrade, Montecchio, Corna, Pellalepre, Fucine e Gianico e descrive in breve le caratteristiche del territorio: "Quisto commune contiene grande territorio così di monte come di piano et seben pare grasso et fertile nondimeno produce pocco et produce biave di due raccolti, vini piccioli et debili poco buoni, castagne assi et cavano denari da castagne secche et biscotti che vendono fuori dalla valle. Hanno anche grande quantità di vacche dalle quali cavano assai grassine avendo molti fieni et pascoli, li abitanti la maggior parte attendono all'agricoltura et molti alle vacche et alcuni a traffichi massime di ferrarezza. Vi sono quattro fusine in una delle quali si fanno spade et altre simili armi, nelle altre si fabrica azzale fassi di reggi detti ferro ladino, che servono per diversi effetti, et vi sono ancora quattro molini et una rasica. In questa terra vi sono due sole case di famiglie nobili". La relazione redatta in occasione della visita compiuta dal capitano vice podestà di Brescia nel 1765 prende atto della separazione della contrada Gianico (avvenuta nel 1731); nello stesso documento viene descritto il consolidato assetto istituzionale del comune. La vicinia generale deliberava su ogni affare di interesse della comunità ed era costituita da un membro per famiglia, di età superiore ai 20 anni. La vicinia eleggeva un console a capo della comunità e due viceconsoli, uno per la contrada di Montecchio e Corna, l'altro per Fucine e Pellalepre, che avevano competenze giurisdizionali; tre reggenti, uno per Darfo, uno per Montecchio e Corna, il terzo per Fucine e Pellalepre, che sovrintendevano agli interessi della comunità e proponevano alla vicinia gli argomenti per le deliberazioni; un cancelliere. Ogni quattro mesi il cancelliere e i tre reggenti imponevano le taglie. La masseria delle taglie era posta all'incanto (6) Nel 1764 vi erano 912 anime (7)

Note: (1) Ugo Vaglia (a cura di), Statuti rurali di Anfo, Darzo e Darfo dei secoli XV-XVI, Brescia, Geroldi, 1969, Supplemento ai Commentari dell'Ateneo di Brescia per l'anno 1969. (2) Sina 1938: Alessandro Sina, Il comune e la parrocchia di Darfo, Brescia, Ancora, 1936, Monografie di storia bresciana, XIII; ristampa anastatica in Memorie storiche della diocesi di Brescia, IX; Statuti rurali di Anfo, Darzo e Darfo secc. XV-XVI: Ugo Vaglia (a cura di), Statuti rurali di Anfo, Darzo e Darfo dei secoli XV- XVI, Brescia, Geroldi, 1969, Supplemento ai Commentari dell'Ateneo di Brescia per l'anno 1969. (3) Antonio Medin, Descrizione della città e terre bresciane nel 1493, "Archivio storico lombardo", XIII (1886). (4) "Ordine del consiglio generale della Val Camonica e numero delli componenti il medesimo". Relazione compilata dal cancelliere della Val Camonica, in cui sono elencate, suddivise per pievatico, le comunità che eleggono i membri del consiglio generale della Val Camonica, datata 2 marzo 1765, Archivio di Stato di Brescia, Archivio storico civico, 185, 318, fasc. 9. (5) "Il catastico bresciano di Giovanni da Lezze (1609-1610)", a cura di Carlo Pasero, Brescia, Apollonio, 1969- 1973. (6) Relazione della comunità di Darfo in "Nota delle Comunità del Pievatico di Rogno con Pisogne". Registro contenente le relazioni compilate dai cancellieri delle comunità e dai loro sostituti e riguardanti l'assetto istituzionale e l'amministrazione delle comunità, compilate su richiesta di Pietro Vittor Pisani, capitano vice podestà di Brescia, datata 1 agosto 1765, Archivio di Stato di Brescia, Cancelleria prefettizia superiore, b. 41, fasc. 18. bibl. (7) Descrizione generale della popolazione della città e provincia di Brescia comprese le valli e salodiano nella quale relativamente alle Ducali 30 maggio 1760 dell'eccellentissimo Senato si desume il numero delle famiglie, ed anime, il sesso, qualità, ordini, classi ed occupazioni loro; il numero degl'edifizi inservienti ad arti e mestieri ed il numero e qualità d'animali occorrenti all'agricoltura ed industria, rilevata dalli particolari piedelisti firmati con giuramento dalli respettivi parrochi e reggenti d'ogni comune del Territorio e Valli per ordine di sua eccellenza Francesco Grimani capitanio e vicepodestà MDCCLXIV, Brescia, dalle stampe di Giuseppe Pasini impressor camerale, 1764


Complessi archivistici:
Link: www.archiviedocumenti.it/archivi/?prg=165&pro=1