Comune di Brignano Gera d'Adda


Numero scheda: 1

Storia archivistica
All'interno di un inventario dei beni comunali risalente al periodo podestarile sono elencati sia gli immobili (tra cui la sede dell'amministrazione comunale) che i beni mobili (tra cui gli arredi degli uffici) di proprietà del comune. Se ne trae che all'interno del palazzo municipale si trovano:
1) sala del podestà
2) sala del segretario (con uno scaffale per l'archivio corrente)
3) ufficio di stato civile, anagrafe e schedario lavoratori
4) ufficio protocollo e tasse (con due scaffali di archivio)
5) sala dell'ECA (con uno scaffale grande uso archivio)
6) anticamera del messo comunale
7-8) sale d'archivio (contenenti un totale di 10 armadi)
9) ambulatorio medico
Si aggiunga poi che praticamente in ogni locale citato sono presenti altri scaffali o armadi dalla destinazione non specificata.
Nel 1933 il Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana sollecita i podestà della provincia a effettuare lo scarto degli atti degli archivi comunali, se ancora non effettuato, con spedizione della carta da macerare alla Croce Rossa Italiana stessa; tre anni dopo è conservata una bozza di verbale di deliberazione del podestà sullo scarto d'atti d'archivio, ma non vi è allegato nessun elenco esplicativo degli atti da scartare.
Ai primi anni '50 risale una richiesta di notizie sull'archivio comunale da parte della Sopraintendenza Archivistica per le Province Lombarde; il sindaco risponde che l'archivio comunale non ha subito danni di guerra, nonostante alcuni traslochi forzati in ambienti dello stesso edificio, è allocato in un locale della casa comunale e che i relativi documenti e atti sono conservati in appositi armadi; la Sopraintendenza continua a sollecitare la compilazione e l'invio di un inventario sommario dell'archivio: il comune continua a promettere ma non ottempererà alla richiesta.
La Soprintendenza Archivistica per la Lombardia torna a sollecitare il comune in data 9 ottobre 1967: nella comunicazione inviata si dice essersi svolta un'ispezione nel giugno dello stesso anno da parte di un funzionario incaricato. La Soprintendenza obbliga il comune a provvedere al riordino dell'archivio comunale, dell'archivio dell'Ente Comunale di Assistenza - Congregazione di Carità e dell'archivio dell'Ospedale Aresi. Chiede altresì al comune di recuperare 10 faldoni di carteggio della ex Congregazione di Carità allora conservati presso l'archivio dell'Ospedale Aresi, di procedere alle operazioni scarto, di redigere gli inventari, di istituire la sezione separata d'archivio ai sensi del d.p.r. n.1409 del 1963, di dotare i locali dell'archivio dei dispositivi di sicurezza necessari.
A un questionario sull'archivio comunale inviato per la compilazione dalla Regione Lombardia nell'ottobre 1974 il sindaco risponde solo sulla parte riguardante la sistemazione fisica e logistica dell'archivio e l'agibilità dei locali. Su inventariazione, ispezioni, consistenza, qualità degli atti più antichi e valorizzazione non si dice in grado di fornire elementi in quanto il personale addetto è stato assunto di recente (il personale addetto è saltuariamente il messo comunale). E' testimoniato un incarico a un privato per la sistemazione dell'archivio che si dovrebbe concludere con il gennaio 1980.
In seguito a sopralluogo effettuato dal direttore dell'Archivio di Stato di Bergamo e successivo sollecito ad opera del Soprintendente Archivistico, verrà affidato nel 1989 l'incarico per l'effettivo intervento di riordino e inventariazione dell'archivio.

Soggetti conservatori:
Soggetti produttori:
Nessuna unità

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