Famiglia Visconti di Brignano


Numero scheda: 1

Storia archivistica
L'archivio è pervenuto al comune per il tramite del conte Giannino Citterio (ex proprietario dell'ala privata del palazzo Visconti), direttamente dalle mani della sua erede, contessa Citterio Latta, la quale nel 1988 consegnò la documentazione all'allora sindaco di Brignano, Daniele Coita, in concomitanza con la vendita del palazzo, per evitare che la documentazione andasse dispersa o allontanata da Brignano. Le carte vennero affidate alla cura di Giancarlo Bonardi (brignanese appassionato di storia locale), che provvide ad esaminarle, numerarle, apporre il timbro ed approntare l'inventario sommario che è stato utilizzato come base di partenza per questa nuova e più analitica schedatura. Le carte sono divenute di definitva proprietà del comune nel maggio del 2000.
Si tratta solo ed esclusivamente di documentazione cartacea (anche quando sulle camicie originali è indicato chiaramente "in pergamena", eventualità non rarissima), molto spesso in copia, sia manoscritta, sia a stampa; solo in alcuni casi si tratta di copie autenticate o notarili, raramente di originali. E' frequente riscontrare più copie dello stesso atto nell'archivio (sia collocate nel medesimo volume sia in volumi diversi); in alcuni casi si tratta più precisamente non di vere copie, ma di estratti da documenti (nelle quali vengono omesse o si abbreviano le formule rituali, i nomi completi, vari elementi accessori, mantenendo però chiaro e completo l'elemento dispositivo).
La documentazione è organizzata fisicamente in 16 volumi più tre fascicoli di atti sciolti. Questi supporti sono contrassegnati da lettere alfabetiche dalla A alla U (situazione già riscontrata al momento della consegna degli atti nel 1988) I volumi sono stati rilegati in epoca non definita (comunque non antica); le carte utilizzate per le rilegature sono il più delle volte carte bianche, altre volte presentano dei titoli originali (in scritture d'epoca). Sicuramente originali risultano invece le rilegature dei cinque volumi contrassegnati dalle lettere F, G, H, I ed M. Il fatto che la rilegatura degli altri volumi non risalga ad epoche particolarmente lontane si intuisce facilmente dalla presenza entro uno di essi di articoli di giornale risalenti agli anni 1926-1934. I documenti risultano sia cuciti, sia incollati.
I documenti sono raggruppati in volumi e affiancati tra loro senza una scansione tipologica o cronologica, ma solo genericamente contenutistica. Inoltre la confusione nelle carte è abbastanza elevata: capita di frequente di verificare che atti tra loro apparentemente slegati o sono riuniti insieme entro una stessa camicia, o l'uno dentro l'altro, o cuciti al contrario, o, più spesso, inseriti in camicie che nulla hanno a che fare con essi. Non di rado queste camicie risultano essere le camicie di atti adiacenti o conservati in altro volume o persino non conservati nell'archivio: in quest'ultimo caso gli atti descritti nelle camicie concernono infatti località esterne al territorio di Brignano e dintorni e sono quindi probabilmente da riferire ad altri rami Visconti. Questi atti fanno parte comunque di un archivio "Visconti" e questo risulta dal fatto che nei regesti che ancora vi si possono leggere sono nominati come attori altri componenti della famiglia, in subordine si può trattare di atti che riguardano territori che si sa essere stati sotto il controllo di altri rami della famiglia Visconti. Inoltre il fatto che non di rado le iscrizioni riportate sulle camicie originali facciano riferimento ad atti in pergamena o atti originali e invece ci si trovi di fronte a copie anche di molto posteriori rende evidente il fatto che gli atti siano andati dispersi ma non è possibile precisare quando.
Un riordino corretto dell'intero archivio (che puntasse alla ricostruzione della struttura originale dell'archivio secondo il metodo storico) sarebbe risultato comunque difficilmente attuabile, perché spesso gli elementi traibili dai documenti sono tali da rendere evidente lo stato di disordine, ma insufficienti a suggerire e delineare una struttura archivistica. Al massimo sarebbe stato possibile rimediare agli errori più palesi di collocazione o fascicolazione degli atti; per quanto concerne la presenza di segnature originali a cui fare riferimento e, in tal senso, si rimanda al paragrafo apposito.
In relazione allo stato di disordine delle carte può essere senza dubbio interessante riferire brevemente in questa sede quanto afferma nel 1862 un certo Carlo Leonardi (che dichiara tra l'altro di scrivere "dall'archivio Visconti-Aimi") al rag.Lovati, un amministratore della casa Visconti. Leonardi riferisce essergli capitato recentemente di "rinvenire in un fascio di vecchie carte abbandonate alcune riferibili" a un affare di interesse della famiglia, per cui "essendo tali atti altri di quelli domandatimi dal di Lei antecessore rag.Zenoni fino da quando m'incaricava della riordinazione di quest'archivio io stimo bene di rimettergliele incluse, nel dubbio che Le possano essere utili". Dunque si possono trarre due importanti indicazioni: primo, in quell'epoca all'interno dell'archivio esisteva già della documentazione vecchia ed "abbandonata"; secondo, e conseguente, la famiglia aveva già stimato necessario affidare a qualcuno un intervento di riordino. Altrettanto plausibile risulta che le tante camicie apparentemente ottocentesche che racchiudono molti atti dell'archivio siano proprio state allestite da Leonardi.
L'archivio nobiliare della famiglia Visconti di Brignano Gera d'Adda comprende la documentazione che nasce durante il tempo della vita stessa della famiglia per fini prevalentemente giuridico-patrimoniali (per regolare vendite o affitti, ma soprattutto per attestare diritti su beni e territori). In particolare questo archivio risulta praticamente del tutto privo di documentazione di carattere "privato", non ci sono per esempio registri di copialettere, corrispondenza privata che non abbia rilevanza in campo giuridico o patrimoniale. Più della metà degli atti consiste infatti in contratti di acquisto, vendita, affitto, permuta di beni e diritti o in costituzioni di censi o ancora in stime, descrizioni, calcoli di perticato o di rendita, sempre da riferirsi a beni di proprietà dei Visconti di Brignano e in divisioni di beni tra fratelli o coeredi.
Molti atti riguardano inoltre gli strumenti di investitura del feudo di Brignano o di altri feudi (acquisiti nel tempo anche in seguito a matrimoni); connessa a questa categoria (ma già più lontana dal campo strettamente patrimoniale) è tutta la casistica della documentazione relativa all'araldica, prodotta per ottenere titoli onorifici. Inifine anche la categoria degli atti giudiziari è assai frequente: tali atti sono riconducibili a un numero limitatissimo di cause giudiziarie effettive, protrattesi però per periodi notevolmente lunghi (in particolare quella per la rivendicazione dei cosiddetti "beni del Culerto"). Strettamente legata invece alla funzione di feudatari è una serie di atti di nomina effettuati da parte dei Visconti di persone incaricate di occuparsi di vari rami dell'amministrazione locale (come podestà o giudice alle vettovaglie): si tratta quasi esclusivamente di minute.
Pochi, tra i documenti esaminati, non presentano elementi che siano in qualche modo esplicitamente o indirettamente riconducibili alla famiglia Visconti: quasi tutti infatti sono collegabili o a un bene trattato in un contratto, o a un diritto esercitato, o all'interesse personale di uno dei membri della famiglia. Sicuramente di difficile comprensione in questo senso risultano gli atti novecenteschi (due ritagli di giornale e una lettera di un sacerdote).
Si è detto prima della presenza entro l'archivio di segnature originali: sono presenti apparentemente due serie successive di segnature.
La prima appare non molto di frequente ed è quasi sempre cassata a favore della seconda: non ha una formulazione molto omogenea, comunque sembra organizzata in cassetti (con numerazione alfabetica), cartelle (con scansione pure alfabetica), numeri (arabi). Quando è presente, è vergata quasi sempre solo sulla camicia esterna e non direttamente sull'atto; si è preferito non riportarla in scheda in quanto è relativamente rara e soprattutto per il fatto che la seconda serie risulta spesso sovrascritta ad essa, rendendola il più delle volte indecifrabile.
La seconda serie di segnature formalmente è molto più regolare, appare anch'essa strutturata in tre voci, riferibili nell'ordine a una cartella (indicata in numeri romani), un fascicolo (indicato tramite una lettera alfabetica) e un numero (arabo). Questa seconda serie di segnature è stata riportata nel presente inventario nel campo specifico di ogni scheda che la presenti. Nei casi in cui è presente, si trova quasi sempre in due punti: sulle camicie esterne (al margine superiore); sulla prima carta del documento (nell'angolo superiore destro o sinistro, oppure al centro del margine sinistro).
Quando è riportata al margine sinistro è spesso seguita da una specie di segnatura aggiuntiva o seconda parte, anch'essa formalmente regolare, organizzata in "T." (seguito da in numeri romani: potrebbe indicare "titolo") e "f." (seguito da numeri arabi: sta probabilmente per "fascicolo"). Nonostante venga sempre scritta dopo, si tratta di una partizione più ampia della precedente, in quanto si nota che al variare degli atti varia sempre la prima parte della segnatura, mentre questa seconda può rimanere fissa, anche per diversi atti.
La presenza di questi diversi sistemi di segnatura, uno oltretutto cassato, rende evidente che l'archivio abbia subito nel corso degli anni interventi di organizzazione o riorganizzazione, dei quali però non è più possibile tracciare il percorso se non a grandi linee.
Il precedente inventario come detto si articola su una scansione ed identificazione alfabetica dei volumi e fascicoli costituenti l'archivio. Per ognuno degli atti o delle pratiche identificati indica nell'ordine la segnatura moderna, la datazione dell'atto e una brevissima descrizione del contenuto. La segnatura moderna è stata creata dallo stesso archivista e riportata a matita sulle carte: entro ogni volume sono stati numerati i singoli atti o fascicoli (ricominciando da 1 in ogni volume) e all'interno di ognuno di essi le singole pagine (limitandosi però alle sole pagine scritte, ricominciando anche in questo caso ogni volta da 1).

Contenuto
Si riporta di seguito l'elenco dei titoli utilizzati dal precedente inventariatore per identificare i vari volumi, titoli riferiti genericamente al contenuto o alla tipologia documentaria della maggior parte degli atti racchiusi nel volume.
A - Fondi, patenti, divisioni.
B - Fondi parrocchiali e proprietà Visconti - lettere varie.
C - Atti d'acquisto e vendite, misurazione di terreni e case.
D - Acquisti case e terreni.
E - Atti notarili, acquisti e vendite fatti nel territorio di Brignano.
F - Inventario delle vendite fatte a Brignano, Caravaggio, Treviglio, Pagazzano, Arzago e altri.
G - Descrizione dei beni, case e terreni in Brignano e Caravaggio - prop. fratelli Visconti.
H - Processo e sentenza fatta dal Magistrato in cui vengono rilasciati ai Visconti i beni del Culerto.
I - Acquisti dalla Direzione del Demanio di due fondi a Brignano e Vimercate - Alfonso Visconti.
L - Atti d'acquisto e vendite di terreni in Brignano e dintorni.
M - Memorie delle battaglie del marchese Annibale Visconti e storia dell'assedio al castello di Milano.
N - Fondi, investiture, dichiarazioni, decreti, sentenze, manifesti, notifiche ed atti notarili.
O - Investiture, diritti acque, divisioni, stato generale proprietà Visconti, avviso mortuario.
P - Araldica - cavaliere commendatore marchese Antonio Visconti.
Q - Araldica marchesi Alfonso e Antonio Visconti.
R - Araldica - grande di Spagna - Fenice marchesi Visconti.
S - Araldica - varie marchese Antonio Visconti.
T - Atti notarili di case e terreni in Brignano e benefici parrocchiali.
U - Impegni degli affittuari con la famiglia Visconti - fisco e tasse.

Soggetti conservatori:
Soggetti produttori:
Nessuna unità

Link: www.archiviedocumenti.it/archivi/?prg=6&str=20